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Detox, prodotto per migliorare il tuo microbiota.
Grazie ai suoi probiotici e ingredienti naturali, migliora significativamente la flora intestinale. Questi elementi favoriscono l'equilibrio del microbiota, essenziale per una digestione sana e un corretto assorbimento dei nutrienti.
Un microbiota equilibrato aiuta a ridurre l'infiammazione, migliora la funzionalità intestinale e facilita la perdita di peso. Inoltre, Detox contribuisce a depurare il fegato e a migliorare le riserve energetiche, supportando così il benessere generale dell'organismo e promuovendo un sano dimagrimento.
Sapevi che il microbiota, ovvero l'insieme dei batteri situati nel tratto gastrointestinale, può influenzare la nostra capacità di perdere peso? A confermarlo sono tantissimi studi scientifici, che hanno indagato le differenze tra le diverse specie di batteri.
Il microbiota intestinale è formato da miliardi di batteri e archeobatteri appartenenti ad oltre mille ceppi differenti e la composizione di tale popolazione può avere effetti preventivi sull'aumento di peso a lungo termine. Ad esempio, molti studi hanno notato come il rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes nei soggetti obesi sia decisamente appannaggio dei primi.
Il microbiota, comunemente noto come flora batterica intestinale, è l'insieme dei microorganismi presenti nell'intestino umano.
I microbi situati nel microbiota sono circa mille miliardi. Questi interagiscono tra loro svolgendo funzioni importantissime per la salute umana.
Le nuove tecniche di sequenziamento hanno permesso di studiare affondo la composizione batterica del microbiota. E i risultati hanno un peso simile a quello che potrebbe avere la scoperta di un nuovo organo.
Il microbiota intestinale, infatti, contiene un elevato numero di geni, nettamente superiore rispetto all'organismo ospitante, è costituito da componenti ereditabili, ma può essere modificato con la dieta o attraverso l'uso di antibiotici.
Inoltre, è cosa nota che la composizione del microbiota, nonché la prevalenza di un ceppo di batteri rispetto agli altri, può incidere su tantissime caratteristiche dell'individuo.
Microbiota intestinale e dimagrimento: un binomio insospettabile fino ad alcuni decenni fa.
In realtà, il microbiota intestinale agisce direttamente sul peso corporeo. E lo fa attraverso l'assorbimento delle calorie e l'immissione, nel flusso ematico, di determinati composti capaci di influenzare il metabolismo.
Tra questi figurano gli acidi grassi a catena corta. Ma scopriamo, punto per punto, quali sono i benefici offerti da un microbiota integro e funzionante.
Un microbiota sano, che si ottiene adottando una dieta varia ed equilibrata come quella Mediterranea, può contribuire al miglioramento delle capacità digestive dell'individuo e a un migliore assorbimento dei nutrienti da parte dell'organismo.
Al contrario, alimenti ricchi di acidi grassi saturi e cibi densamente calorici stimolano la proliferazione di ceppi batterici che promuovono l'infiammazione.
Come confermato da una ricerca di Francesco Suriano e colleghi, una dieta ricca di grassi è correlata a una minore abbondanza di batteri appartenenti alla specie Bacteroidetes e a un aumento del rischio di obesità.
I batteri intestinali svolgono tantissimi compiti fondamentali, inclusi l'immagazzinamento dei grassi all'interno delle cellule adipose e l'ossidazione dei lipidi.
Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Rouen, in Francia, ha scoperto come, circa 20 minuti dopo i pasti, i batteri intestinali inizino a produrre determinate proteine in grado di inibire la sensazione di fame.
Al contempo, si è scoperto che i batteri "affamati" da una dieta priva di nutrienti, producono proteine in grado di stimolare la produzione del neurotrasmettitore GLP-1, legato allo stimolo della fame.
I cosiddetti batteri affamati, quindi, sono tipici di una flora batterica alterata, capace di modificare i normali meccanismi della fame e della sazietà.
La popolazione di microbi che vive all'interno del nostro intestino svolge un gran numero di funzioni benefiche.
Tuttavia, se alterata, può contribuire allo sviluppo di condizioni infiammatorie che, in maniera silenziosa ma graduale, aumentano il rischio di sviluppare patologie croniche.
Per ridurre l'infiammazione sistemica, è necessario adottare abitudini alimentari corrette, che prevedono il consumo di fibre alimentari provenienti da frutta e verdure di stagione.
Uno studio recente, inoltre, ha scoperto come una dieta ricca di cibi quali yogurt, kombucha, kimchi e verdure fermentate possa aumentare la diversità del microbiota, riducendo l'infiammazione.
Al contrario, gli zuccheri alterano la composizione del microbiota, abbassando i livelli di batteri come Akkermansia muciniphila. Tutto ciò si traduce in un aumento dell'infiammazione e nella degradazione dello strato di muco che protegge il rivestimento dell'intestino.
Con l'espressione barriera intestinale si fa riferimento all'insieme delle strutture in grado di regolare il rapporto tra organismo umano e ambiente esterno.
Poiché la superficie intestinale è incredibilmente ampia, richiede una vera e propria barriera che, in maniera selettiva, consenta il passaggio dei nutrienti e impedisca a sostanze tossiche, germi dannosi e allergeni di entrare nel flusso ematico. Quando si viene a creare una condizione di disequilibrio a livello intestinale, questa barriera perde la sua selettività e non riesce più a svolgere le sue funzioni.
Se le colonie di batteri sono in equilibrio, invece, contribuiscono allo stato di salute dell'ospite, supportando le funzioni digestive e la trasformazione di sostanze fondamentali come le vitamine.
La perdita di questo equilibrio è definita disbiosi.
Per ripristinare la salute del microbiota, è fondamentale evitare l'abuso di alimenti in grado di aumentare l'infiammazione intestinale, quali cibi processati, latte e derivati, carni lavorate, cereali raffinati, glutine e bevande alcoliche.
Un microbiota sano aiuta l'organismo a modulare la produzione della leptina e della grelina.
Gli acidi grassi a catena corta sono molecole prodotte dai batteri presenti nel microbiota in condizioni di equilibrio.
Prendono i nomi di acetato, propionato e butirrato, vengono prodotti soprattutto dai Bifidobatteri e aiutano a mantenere integra e funzionante la barriera intestinale. Interagendo con vari tipi di cellule, contribuiscono a ridurre l'infiammazione intestinale, a controllare la produzione di insulina, a fornire energia ai muscoli e ad agire sulla regolazione dell'appetito e del sonno.
I risultati di uno studio danese suggeriscono quanto la salute del microbiota sia capace di influenzare i comportamenti alimentari.
La correlazione tra microbi intestinali e abitudini a tavola è tale da rappresentare un nuovo obiettivo terapeutico per i disturbi del comportamento alimentare.
In sostanza, modulando il microbiota, è possibile prevenire o addirittura curare disturbi come l'anoressia e la bulimia. Inoltre, uno studio sulle cavie da laboratorio mostra come il microbiota riesca ad influenzare una specifica rete di neuroni, coinvolti nelle abitudini alimentari e nei comportamenti sociali.
I risultati della ricerca, pubblicati su Nature, evidenziano la centralità dell'asse intestino-cervello e gettano le basi per esplorare effetti simili nell'uomo.
Microbiota intestinale e dimagrimento. Come confermato da diversi studi, un microbiota sano interferisce positivamente con le abitudini alimentari. Di conseguenza, agisce anche sull'assunzione di cibi zuccherati e junk food.
Il motivo? Una ricerca condotta a Yale su un gruppo di donne, ha mostrato come il microbiota di coloro che avevano una dipendenza alimentare era sostanzialmente diverso rispetto a quello di chi non aveva questo problema.
Un microbiota funzionante contribuisce a rafforzare le difese immunitarie e a potenziare le riserve energetiche fisiche e mentali, essendo in grado di giocare un ruolo determinante nella digestione e nell'assorbimento dei nutrienti contenuti nel cibo.
Diversi studi hanno dimostrato come una dieta ad elevato contenuto di grassi alteri in maniera significativa la composizione del microbiota intestinale e l'integrità della barriera epiteliale.
È stato più volte confermato come una dieta varia ed equilibrata, cui viene aggiunta l'integrazione di probiotici, svolga un ruolo positivo nel trattamento dell'insulino-resistenza, nonostante il meccanismo resti ancora poco chiaro.
I risultati più evidenti in tal senso sono stati offerti da uno studio brasiliano pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry. Renata Bagarolli e i suoi colleghi hanno indagato gli effetti della combinazione di probiotici quali Lactobacillus Rhamnosus, Bifidobacterium Bifidum e Lactobacillus Acidophilus, evidenziando cambiamenti a livello della permeabilità intestinale e della segnalazione insulinica.
In presenza di disequilibri tra le varie specie di microbi si può andare incontro a disbiosi, una condizione che provoca difficoltà digestive e altri sintomi più o meno ricorrenti. Tra questi figurano dolori addominali, gonfiore, stipsi, diarrea e meteorismo.
Per curare la disbiosi è necessario adottare determinati comportamenti. Vediamo quali.
Detox della linea Snella è un integratore a base di 9 piante officinali, vitamine e probiotici, ideato per depurare il fegato, migliorare la funzionalità intestinale e aumentare le riserve energetiche.
Coloro che lo hanno già provato confermano i benefici promessi: Detox aiuta a sgonfiare la pancia, a migliorare la digestione e il transito intestinale, a prevenire le fastidiose infezioni urinarie e a proteggere l'organismo dagli effetti dannosi dei radicali liberi.
Ogni capsula contiene 759 milioni di CFU di Lactobacillus Acidophilus, batterio che contribuisce all'equilibrio della flora intestinale, supporta le difese immunitarie e aiuta nella gestione del peso.
Alcuni tipi di fibra, noti come prebiotici, favoriscono la crescita dei ceppi batterici "buoni", tra cui lattobacilli e bifidobatteri.
I prebiotici sono fibre fermentabili da parte dei batteri, la cui digestione provoca il rilascio di acidi grassi a catena corta, in grado di migliorare la funzionalità delle cellule che costituiscono le pareti del colon.
Diversi studi epidemiologici hanno evidenziato come la diffusione di alcune malattie tipiche dei Paesi occidentali (cancro al colon, obesità, diabete, ischemia, etc) sono correlate a uno scarso consumo di fibre.
Ma dove si trovano le fibre? Frutta, verdura, legumi, cereali integrali, semi di lino.
Alimenti come lo yogurt, il kefir, i crauti, il kimchi, aumentano la diversità dei ceppi presenti nel microbiota, riducendo i marcatori dell'infiammazione e migliorando la funzionalità intestinale.
In maniera indiretta, questi alimenti svolgono un ruolo fondamentale per la salute e la prevenzione di moltissime patologie, comprese quelle autoimmuni.
Quando si parla di probiotici, si fa riferimento ai microrganismi "vivi" presenti nel tratto intestinale, come i Bifidobatteri e i Lattobacilli.
Questi sono presenti nell'intestino e resistono all'azione erosiva di succhi gastrici, enzimi e sali biliari.
I probiotici sono disponibili nello yogurt, nei cibi fermentati e in quelli ricchi di fibre.
Tra i microrganismi ad azione probiotica, i più importanti sono i fermenti lattici, utili anche per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e contenere i sintomi delle allergie alimentari.
Sono presenti nello yogurt e nei formaggi cremosi, nei crauti, nel tempeh e nel tè kombucha.
È possibile assumerne anche tramite integratori, a patto che garantiscano dosaggi sufficienti (500 milioni per ceppo o superiori).
Agendo direttamente sui microrganismi, gli antibiotici hanno attirato l'attenzione degli esperti in merito agli effetti che possono avere sulla composizione del microbiota intestinale.
Una revisione recentissima, pubblicata su AMB Express, ha fatto luce sui livelli di alterazione microbica provocati dagli antibiotici di uso comune.
Alcuni di questi distruggono i phyla comuni (Firmicutes, Bacteroidetes, Actinobacteria, Proteobacteria, Fusobacteria e Verrucomicrobia), mentre gli antibiotici ad ampio spettro hanno effetti negativi sia sui batteri gram-positivi che sui gram-negativi.
Sostituire lo zucchero con dolcificanti artificiali quali l'aspartame e l'acesulfame K è una delle strategie più diffuse per combattere il sovrappeso.
Uno studio recente, però, suggerisce come in alcune persone, questi dolcificanti possano modificare il microbiota tanto da alterare la normale risposta glicemica.
Per facilitare lo sviluppo dei probiotici è necessario adottare una dieta ricca di vegetali.
Frutta e verdura di stagione sono ricche di fibre e creano un ambiente ideale per la proliferazione dei batteri "buoni".
Il consumo di cereali integrali e fibre ha un ruolo cruciale per la salute umana, essendo in grado di promuovere lo sviluppo di un microbiota sano.
Uno studio pubblicato su Food Science & Nutrition ha fatto luce anche sulle proprietà uniche della quinoa, che induce la crescita e l'attività dei microbi intestinali benefici.
Inoltre, il suo consumo sembrerebbe inibire gli squilibri del microbiota e alleviare i sintomi della colite.
I legumi sono alimenti importantissimi per il microbiota, essendo ricchi di una particolare tipologia di fibre, gli oligosaccaridi.
Questi ultimi nutrono il microbiota e ne stimolano la crescita. Anche la frutta secca ha effetti positivi sulla popolazione batterica intestinale. In particolare, sono consigliate le noci, gli arachidi e le mandorle.
Gli zuccheri, gli additivi artificiali e i conservanti presenti negli alimenti industriali possono alterare l'equilibrio del microbiota, impoverendolo in maniera graduale.
Inoltre, il consumo abituale di alimenti processati causa un aumento della permeabilità della barriera intestinale, peggiorando la possibilità di sviluppare patologie micro-vascolari a livello renale.
È il risultato di uno studio australiano pubblicato dalla rivista Science Advances.
Il rapporto tra microbiota intestinale e dimagrimento passa anche attraverso l'acqua.
L'idratazione è fondamentale per la salute dell'organismo e anche per l'equilibrio della flora batterica intestinale. Vale la pena, quindi, bere a sufficienza e in maniera regolare durante il corso della giornata. Il consiglio è di assumere circa 30 ml di acqua per kg di peso corporeo.
Gli studi che descrivono i cambiamenti nel microbiota intestinale hanno fatto luce sulla capacità dell'attività fisica di incrementare la varianza microbica e migliorare il rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes.
Tali azioni potrebbero combattere efficacemente la progressione dell'obesità e coadiuvare la perdita di peso.
Yoga e meditazione sono da sempre sinonimo di relax e benessere. E il motivo è semplice. Aiutano a tenere sotto controllo lo stress e a migliorare la risposta gli stimoli esterni.
Lo stress, infatti, influisce negativamente sulla salute dell'intestino, come confermato da uno studio dell'Università della Pennsylvania.
Un numero crescente di evidenze scientifiche suggerisce una correlazione diretta tra la durata/qualità del sonno e le variazioni del microbiota.
Un'indagine irlandese ha dimostrato anche come il consumo di alcuni alimenti, tra cui il latte fermentato e i vegetali ricchi di polifenoli, possano migliorare la qualità del sonno.
I consumatori cronici di bevande alcoliche affetti da disbiosi intestinale possono presentare un aumento della permeabilità dell'intestino.
Uno studio del 2023 ha osservato come l'assunzione di 4 o più bevande entro un breve lasso di tempo causava alterazioni reversibili del microbiota intestinale sia negli uomini che nelle donne.
Per tutte le ragioni elencate poc'anzi, è fondamentale impegnarsi per mantenere il microbiota intestinale in equilibrio.
Fortunatamente, esistono diverse buone abitudini che possono aiutare in questo senso. La prima è fare attenzione a ciò che si mangia, cercando di prediligere gli alimenti tipici della dieta Mediterranea: frutta e verdura di stagione, cereali (meglio se integrali), semi, legumi, frutta secca e olio extravergine d'oliva.
Meglio limitare, invece, il consumo di alimenti grassi o processati.
È altrettanto importante bere tanta acqua e fare movimento. E se tutto ciò non dovesse bastare, via libera ai probiotici, da assumere anche tramite integratori.